La "battaglia del grano", nota anche come "battaglia per il grano", fu una politica economica adottata durante il regime fascista in Italia negli anni '30. Il suo obiettivo principale era quello di rendere il Paese autosufficiente dal punto di vista agricolo, incrementando la produzione di grano e altri prodotti alimentari di base.
Per raggiungere questo obiettivo, il regime fascista introdusse una serie di misure volte a incentivare la produzione agricola, ad esempio sussidi e agevolazioni per gli agricoltori, prelievi forzosi di raccolti e la promozione della coltivazione intensiva del grano.
Questa politica ebbe un impatto significativo sull'economia italiana, portando a un aumento della produzione agricola e a una maggiore sicurezza alimentare nel Paese. Tuttavia, ha anche generato critiche da parte di alcuni settori della società che vedevano tali misure come un modo per favorire gli interessi del regime fascista a discapito dei consumatori e degli agricoltori più piccoli.
La "battaglia del grano" è stata un elemento chiave nella politica economica del regime fascista e ha contribuito a plasmare il panorama agricolo italiano fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale.
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